Blog parallelo

giovedì 24 gennaio 2013

Le foto delle cime Paganella e Canfedin. Il panorama di Baselga del Bondone

Cime innevate della Paganella e del Canfedin, panorama da Baselga
Baselga del Bondone sembra costruita apposta su un terrazzo panoramico, rivolto verso il gruppo montuoso del Gazza-Paganella. Le due cime, la Paganella e la Canfedin, mostrano il profilo migliore e le pareti più vertiginose. Regalano un panorama mozzafiato, cime così innevate che si fondono con il candore del cielo. Clicca per ingrandire:

foto panoramica: da sinistra la cima Canfedin e la cima Paganella

Paganella con il mantello
Se la foto sopra è dell'altro ieri, questa risale a un giorno di luglio non proprio sereno. La nuvola cinge la Paganella come un mantello.






Montagne verdi e ombre di nuvole
Ancora estate, le ombre delle nuvole chiazzano il verde boschivo della cima Canfedin. Nella foto sotto stavo sui Dossi, i pascoli sopra Baselga del Bondone (cartina). La foto comprende, olltre al gruppo montuoso, anche il monte Mezzana (nel centro) e dietro il paese di Covelo:

Paganella sotto la pioggia
Il pendio della Paganella viene lavato dalla pioggia d'agosto. Incredibile vedere gli scrosci d'acqua che cadono dal cielo.





Cima Canfedin e monte Mezzana, madre e figlia
La cima Canfedin sovrasta il monte Mezzana. Danno l'impressione di essere madre e figlia. La prima temprata dall'età e la seconda verde e rigogliosa. Tra le due un sipario di nuvole.
Foto dell'aprile 2012.


Ancora neve sulla Paganella:
Due scatti del novembre 2008. In quello a sinistra la prima neve della stagione. A destra la Paganella anora più imbiancata, da confrontare con la prima foto dell'articolo (foto scattata da mio fratello, credo).


foto scattate con una Fujifilm Z100fd e una Samsung EX1

mercoledì 9 gennaio 2013

Fotografare le creature del bosco: il ramarro, la salamandra, il ghiro...

Fotografare le creature del bosco
Quando si passeggia per i boschi si spera sempre di trovare qualche animale selvatico. Le probabilità aumentano se scegliamo orari più consoni, come il mattino presto o l'imbrunire. Altrimenti occorre una grande dose di fortuna.
Gli animali selvatici più grandi si intravedono a malapena mentre scappano a gambe levate (o in rari casi restano completamente immobili, come questo capriolo nell'Impianto, il bosco di conifere sopra la strada dei pini, Baselga)
Nel caso delle bestie più piccole, come i roditori e i rettili, invece, siamo avvantaggiati dal fatto che le loro zampe minute non consentono fughe fulminee. Quindi restano ferme e sperano di non venire viste.
Per aiutarvi nella localizzazione degli scatti, ecco il link per la mappa di Baselga del Bondone.


Il ghiro sul prugnolo selvatico:

Assaggiavo le prugnole e tiravano ancora la bocca. E poi mi accorgo che quella sporgenza del ramo aveva due occhi, due orecchie tonde, un musetto coi baffi e una coda. Un ghiro.
Ho fotografato il roditore a Cadine, località Fer de caval, presumo mentre faceva le scorte per l'inverno con i piccoli frutti del prugnolo.


Il ranocchio mimetico, facile da scambiare con una foglia secca:

Ranocchio mimetico. Difficile notarlo, però se sali e scendi dal pendio cinquanta volte con un tronco sulle spalle, gli occhi puntati in giù e una disperata ricerca di distrazioni lo sgami eccome...
Foto scattate durante il taglio del legname alla part, al bosco di Omalga


Il ramarro un po' meno mimetico...
Un ramarro che stava fermo fermo, pensando di farla franca. Gli ho fatto la foto da lontano, facendo finta di niente. Poi mi avvicino per fare una foto decente e quando sono lì che schiaccio il rettile fa un salto carpiato di mezzo metro.. e si tuffa nella boscaglia..
La foto è stata scattata nei pressi della pontara tra Baselga del Bondone e Cadine, sulla stradina che sale in direzione del Dos Grum.


La salamandra di corsa
La salamandra era di corsa, io ero di corsa e la foto doveva venire mossa per forza di cose..  La buona fotocamera Samsung Ex1 ha fatto quello che ha potuto,  considerando anche che questa lucertolona è nera e lucida come l'inchiostro e ha delle macchie gialle molto accese.
Le salamandre hanno bisogno di un habitat molto umido. Questa abitava, abita spero, nei pressi della roggia alla fine della strada delle nogare, Baselga del Bondone. È saltata fuori durante una tregua nelle settimana di piogge continue di questo autunno.


Lo scoiattolo rosso su un noce nel bosco di Omalga:

Fotografare uno scoiattolo rosso con una macchina senza zoom è un'impresa (queste foto sono croppate, cioè ritagliate). Non era molto spaventato. Mi fissava dall'alto e poi cominciava a brontolare sonoramente. Brontolava perchè gli scappavano le noci di mano e cadevano di sotto, dove c'ero io.
Ho visto questo scoiattolo sopra Omalga, Baselga del Bondone. A fine estate, preso a fare scorte.


Lucertole scocciate dai paparazzi:

Le lucertole sono più facili da fotografare. Presenti ovunque ci sia una roccia o un'altra superficie che si arroventa al sole. Un pochino più umane rispetto alle altre bestiole, basta restare fermi e tranquilli e quelle risaltano fuori, a scaldarsi il sangue freddo. Quella a sinistra stava sul monte Mezzana, nei pressi di Vigolo Baselga e Terlago, quella a destra a casa, tra i vasi vuoti e la panchina.

Fotografrie dal bosco:

colori del bosco bacche velenose creature del bosco fotografie
 
foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd, una Samsung EX1 e una telecamera Samsung Q10

mercoledì 2 gennaio 2013

Cloud Atlas, la colonna sonora merita quanto il film. Tema e canzone del trailer

Sonmi-451 e Hae-Joo, una delle mie scene preferite
Sta per uscire nei cinema Cloud Atlas, un filmone di fantascienza bello e incasinato. Geniale. Uno dei pochi dove la trama avvincente supera di gran lunga l'ottima resa degli effetti speciali. Sei vicende, un mare di protagonisti e un intreccio tale che sei obbligato a stare attento dall'inizio ai titoli di coda.
Tratto dal romanzo L'atlante delle nuvole di David Mitchell, il film riprende quella convinzione, presente in ognuno di noi, che in epoche e in luoghi diversi ci sono persone che ci assomigliano incredibilmente. Inquietante. Non ci avete mai fatto caso? Magari cambiate città e cambiate amici e collegate i nuovi ai vecchi. Una teoria che avevo introdotto su quest'altro blog.
Grande storia e impatto visivo degno di Matrix, ma c'è di più: la colonna sonora (di Tom Tykwer, Johnny Klimek, Reinhold Heil). Cloud Atlas, infatti, è il nome della sinfonia che Robert Frobisher, uno dei protagonisti, comporrà nel corso del film.

L'Atlante, io credo, è l'unica cosa di valore che ho fatto nella mia vita. Ma non avrei potuto scriverlo, se non t'avessi conosciuto. Incontrandoci ancora e ancora, in vite e in epoche diverse.

Ascoltiamo il tema musicale nelle due versioni, eseguite la prima con il piano e la seconda dall'orchestra e dal coro, e infine Outro degli M83, canzone usata nel trailer nel film (in fondo). Quest'ultima con testo e traduzione.

Cloud Atlas, the sextet (il sestetto, riferito alle sei storie che si intrecciano nel film, probabilmente):


La prima versione di Cloud Atlas, eseguita con il piano. La più toccante, una successione di singole note, singole persone, segmenti di tempo apparentemente isolati e fini a se stessi che insieme formano la melodia, o una storia incredibile.

Cos' è l'oceano se non una moltitudine di gocce? (cit.)

Cloud Atlas Finale, la mia versione preferita. Archi con il ritmo delle onde del mare e il coro che mi fanno ricordare i brani epici dei Vangelis:




M83 - Outro, la canzone del trailer di Cloud Atlas:


Outro, canzone del gruppo M83, colonna sonora del film-documentario sullo snowboard The Art Of Flight e ora del trailer di Cloud Atlas.
Il breve testo e la semplice traduzione:

I’m the king of my own land.
Facing tempests of dust, I’ll fight until the end.
Creatures of my dreams raise up and dance with me!
Now and forever, I’m your king!
Sono il re della mia terra.
Affronto tempeste di polvere, mi batterò fino alla fine.
Creature dei miei sogni sorgete e ballate con me!
Ora e per sempre, io sono il vostro re!

il trailer esteso di Cloud Atlas:
Buona visione!