Blog parallelo

sabato 31 marzo 2012

Piantare i peperoni gialli. Prima puntata: dai semi alle piantine

Il peperone giallo è un frutto (o una verdura? in teoria è un frutto come il pomodoro, ma rientra anche nelle verdure perchè viene servito con il condimento) più dolce e digeribile della controparte rossa e di quella verde. Infatti il peperone giallo lo mangio crudo, esattamente come se mangiassi un'arancia (e in fondo, il sapore non si discosta molto).
Ho provato a coltivarlo, prendendo i semi e piantandoli nei vasetti, vediamo come è andata.

Estate 2010 - primavera 2011:  la stagionatura dei semi del peperone giallo

Inanzitutto abbiamo bisogno dei semi, che ho preso da un peperone giallo (particolarmente buono) del supermercato. Li ho raccolti in un vasetto e li ho lasciati fermi per mesi in soffitta, fino alla primavera successiva. Questo processo si chiama stagionatura e il passaggio dal caldo, al freddo invernale e di nuovo al caldo innesca i processi chimici all'interno dei semi.
(il vasetto era sporco di tempera nera, le cui croste si sono mischiate con i semi...)

Piantare i semi di peperone giallo a giugno...


Una corsa contro il tempo... a giugno è troppo tardi per la semina dei peperoni. Andrebbero piantati in febbraio-marzo, in vasetti lasciati al caldo. Li ho piantati così tardi a causa della vacanza-studio a Londra, che è durata per tutto il mese di maggio. Ad ogni modo ho interrato un pizzico di semi di peperone in ogni vasetto.


Giugno 2011: le piantine crescono fitte...

 Ho esagerato con i semi, pensavo che solo una parte germogliasse...

Luglio 2011: travaso delle piantine:


Il travaso è stato inevitabile, visto il numero delle piantine di peperone giallo. Ho tenuto solo quelle più grandi, scartando le altre (non avevo abbastanza vasi!)
Le foglioline devono avere un buon sapore, visto che sono state mangiucchiate in più punti, forse da lumache.

Piantare i peperoni gialli:

1. 2. 3.

foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd

lunedì 26 marzo 2012

Il complesso del culone. Donne ossessionate. Dialogo immaginario

- Voi donne siete ossessionate da un complesso assurdo: avere il culone. Lo rifiutate, lo nascondete sotto improbabili cappotti, vi massacrate di corsa leggera per limarvelo di dosso. Siete disposte a diventare scheletriche e mascoline pur di non averlo. Volete privarvi di una fonte d'attrazione molto forte per l'uomo. Perchè ragionate così? Non vi rendete conto di quanto sciupate il vostro corpo.
- I trans brasiliani hanno il culone... - mi prende in giro lei.
- Ecco, mi fate ridere quando date del trans a una ragazza che detiene un sedere grosso e sporgente. Siete perfide.
- Perchè ti piace il culone? È assurdo, dai...
- Devi, dovete smetterla di ascoltare le porcate della televisione e dei vostri giornalini di moda. Voi donne dovete conquistare i maschi, non i favori di qualche stilista del cazzo. Il sedere è sempre stato un'arma di seduzione e se è prominente attrae il maschio perchè segno di fertilità. Fidati di me, qui è l'istinto che parla, millenni di storia umana.
- Vedi, arriviamo al punto: a chi piacciono le ragazze così è perchè vuole scoparsele e basta. Poi, tanto, alla fine, scegliete sempre una fidanzata magra.
- Altra enorme fesseria: quando scelgo una ragazza per una relazione duratura, l'attrazione fisica diventa uno criterio cardine. Se non c'è una forte attrazione non c'è nemmeno una storia solida.
- Contento te, - chiude il discorso lei - sceglitene una fatta così allora, ce ne sono ancora in giro, eh.
- Ma sono tutte complessate, difficile farle ragionare.
Esattamente come te, vorrei aggiungere, ma lascio perdere. Sennò poi diventa ancora più acida.

Questo è un post Socialmente Scomodo, amaro da mandar giù.

sabato 24 marzo 2012

La storia del coniglio coraggioso


Quello a destra è un coniglio coraggioso: si è intrufolato a casa ieri notte, passando accanto a due cani addormentati per raggiungere la femmina. Nel pomeriggio lo abbiamo catturato e liberato nel bosco, a un chilometro di distanza. Stanotte è ritornato per stare con la compagna. Magari diventerà papà, di coniglietti coraggiosi.
Sembra una scena del romanzo/cartone animato La Collina dei Conigli...

Il coniglio coraggioso
Questo esemplare di coniglio sfata il mito del coniglio codardo, capace solo di scappare.
Schivo e scattante, sembra proprio un coniglio selvatico, probabilmente figlio o nipote di qualche coniglio evaso dalla fattoria educativa o da qualche famiglia.
Sul muso si nota la muta, il momento in cui il coniglio rinnova il manto, perdendo il pelo invernale per sostituirlo con uno più leggero.


La femmina che attrae il coniglio coraggioso
Come nei poemi epici, dietro le grandi imprese c'è sempre una bella donna. In questo caso questo esemplare femmina di coniglio bianco a macchie marroni, che attrae anche il coniglio nano, nel recinto adiacente. Le foto dei due conigli sono visualizzabili qui.

Come andrà a finire?
Ora il recinto separa il coniglio innamorato dalla sua compagna, ma ieri sono stati insieme, per una mattinata intera... (foto in alto)
Alla luce dei fatti recenti, acchiappare il coniglio si rivela inutile, oltre che arduo. L'ultimo suo avvistamento è avvenuto nel cortile, dalla parte opposta del recinto, quindi si muove su un terreno battuto da due cani.
Chissà come andrà a finire...


Aggiornamento 31 marzo 2012
Il coniglio selvatico era stato nuovamente acchiappato e mandato in esilio a debita distanza. Tuttavia oggi è ritornato, per la terza volta...
Si muove circospetto, nascondendosi durante i tentativi di cattura:

Ma il suo obiettivo rimane sempre raggiungere l'esemplare di coniglio femmina, oltre la rete del recinto:

La femmina scava sotto la supervisione del coniglio selvatico per cercare di evadere, ma viene fermata dallo strato roccioso. Anche il coniglio nano assiste alla scena:

Il coniglio è stato nuovamente allontanato, stavolta a Cadine, molto più lontano...

foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd

giovedì 22 marzo 2012

La cartina interattiva di Baselga del Bondone con Cadine, Sopramonte, Terlago, Vigolo Baselga e Sant'Anna

Disegnare una cartina interattiva
Stavolta mi sono improvvisato cartografo: ho disegnato la cartina di Baselga del Bondone e di tutto il vicinato, così da coprire, con il sito web, anche i paesi di Cadine, Sopramonte, Terlago e Vigolo. Oltre al monastero di Sant'Anna. Il risultato è una mappa a colori, prima in bianco e nero (come si intravede a lato) che comprende l'intricata rete di sentieri e molti toponimi del territorio di Baselga e limitrofo. 


Baselga al centro del mondo...
Gli obiettivi della cartina interattiva erano:
  • contestualizzare Baselga del Bondone nel territorio del Supramonte
  • includere anche la lontana malga di Mezavia
  • includere tutti i toponimi o quasi, per mescolare la storia alla cartografia
  • rendere la cartina interattiva, per offrire un nuovo modo di navigare nel sito web
Il risultato è una mappa intricata. Quando era in bianco e nero assomigliava a quelle complicate miniature medievali... il colore aiuta gli occhi a decodificare meglio gli elementi.


Aggiornato il sito web di Baselga del Bondone
La cartina interattiva ha stravolto l'assetto precedente del sito: ora, cliccando sui paesi e sugli altri luoghi di interesse, si aprirà la loro pagina corrispondente.
La pagina dedicata alle fotografie non è stata cancellata, è stata solo messa in disparte per raccogliere tutte le foto che non trovano posto nelle altre pagine. Le fotografie migliori di Baselga del Bondone, infatti, sono state integrate nella sezione Baselga. La pagina Supramonte, invece, racchiude le foto di Cadine, Sopramonte, Terlago, Vigolo e Sant'Anna, con l'aggiunta di una piccola descrizione testuale. Nell'eventualità che raccolgo altro materiale su questi paesi, posso sempre aprire una pagina dedicata per ognuno.


Disegno o stradario?
Una mappa stradale, o stradario, è sicuramente uno strumento preciso e affidabile, per non perdersi. Però, sinceramente, è brutto da vedere: è piatto, è... tecnico. Difficile intuire come si presenta il luogo dal vero.
Il disegno, invece, cerca di raffigurare il territorio in tre dimensioni, a discapito della fedeltà, vero, ma trattandosi di un disegno è pur sempre modificabile e migliorabile.

Per concludere qualche fotografia dei paesi del Supramonte:


In ordine: Sopramonte, Cadine e Terlago (inverno 2012).


Collegamenti a tema:
Il sito web di Baselga del Bondone
Fotografie di Baselga del Bondone
Video di Baselga del Bondone in dodici rintocchi di campana
Baselga del Bondone ha un nuovo vescovo
Pulizie alla malga di Mezavia

lunedì 12 marzo 2012

Installare il microfono esterno sul treppiede della videocamera

Installare il microfono esterno sul treppiede della videocamera 
Le videocamere handycam, compatte come sono, soffrono in termini di registrazione audio. Il microfono integrato, infatti, non è direzionale e registra anche i suoni meccanici della videocamera. Il microfono esterno diventa quindi una vera e propra necessità.
Le registrazioni con il microfono esterno, solitamente, vanno fatte in separata sede, ma spesso non è una soluzione pratica, se si lavora da soli e in tempi stretti. Meglio installare il microfono esterno direttamente sul treppiede della videocamera, con un bullone e una vite. Vediamo come.


Primo tentativo: usare l'aggancio di presa rapida preesistente
Il microfono Zoom H1 (nelle foto dotato di un antivento), come tutti gli altri modelli, ha l'aggancio di presa rapida nella parte inferiore. Provando ad allineare il microfono esterno, la vite con il bullone e la manopola del treppiede (dove sarebbe stata incollata la vite), il microfono esterno sarebbe stato installato rovesciato sul fianco... a danno della registrazione.

Nella seconda foto si vede come il bullone agisca da fermo e blocca la vite nell'aggancio di presa rapida. La vite, ovviamente, deve essere compatibile con le dimensioni delll'aggancio.

Secondo tentativo: nuovo aggancio di presa rapida laterale
Il microfono esterno va installato sul treppiede nell'assetto corretto, cioè diritto. Questo significa: 1) agganciare il microfono direttamente sopra la telecamera 2) installare il microfono esterno con un nuovo aggancio di presa rapida, stavolta laterale.
Me ne sono procurato uno dal supporto di una vecchia fotocamera:
Per non intaccare la plastica del microfono, non ho utilizzato perni. Ho semplicemente grattato la plastica con carta vetrata, per migliorare la presa della colla cianoacrilica. Bisogna vedere quanto reggerà: il microfono esterno è abbastanza leggero, ma temo ci sia bisogno comunque di imperniarlo...
Come volevasi dimostrare, dopo alcuni giorni c'è stato bisogno di imperniare. Ho sfruttato i fori già presenti nella plastica dell'aggancio di presa rapida e infilato delle minuscole viti nel microfono:

Installare la vite-perno nel treppiede
Ho sostituito la vite corta con una più lunga, per fissarla meglio al treppiede:

Ho perforato la plastica del treppiede con la punta di un cacciavite (ma potete usare un trapano) ho inserito la lunga vite-perno e infine ci ho fissato il microfono esterno. Il bullone ha bloccato il microfono nella posizione desiderata.

Tre configurazioni di ripresa
Ora che il microfono è installatao sul treppiede della videocamera, ho provato tutte le configurazioni possibili:
Sopra a sinistra il tradizionale treppiede, a destra la cosidetta merricam, cioè la steadycam fai-da-te.
A fianco, invece, la presa a fucile, che consiste nell'appoggiare il treppiede richiuso contro la spalla, come se fosse, appunto, il calcio di un fucile. Soluzione fai-da-te anche questa, sul mercato ci sono cavalletti conformati appositamente per questo tipo di presa.

PS: ma l'antivento del microfono, messo così, non entra nella ripresa della videocamera? Per puro miracolo no, non avevo controllato prima...
PS 2: per ottimizzare la registrazione audio, in ogni caso, è sempre meglio separare il microfono dalla videocamera per ridurre al minimo i rumori indesiderati

venerdì 9 marzo 2012

Videocamera Samsung: formattare la memoria SDHC

Inserite per la prima volta la scheda di memoria SD nella vostra videocamera Samsung e compare un messaggio di errore: la scritta lampeggiante Not Formatted sormontata dall'icona della scheda di memoria.


Formattare la scheda di memoria SD con Windows? Sconsigliato.
Passare da FAT32 a NTFS, visto che quest'ultimo è più veloce? Assolutamente no! Dicono anche, che la formattazione NTFS accorcia la vita della memoria.
Formattare correttamente la scheda di memoria SDHC per la videocamera Samsung significa inserire la memoria nella videocamera, ignorare il messaggio di errore e seguire questo percorso nel menù: impostazioni - generali - formatta. Infine scegliere sì.


Ecco come appare ora la memoria SD correttamente formattata per la videocamera Samsung. Nella finestra di Windows (risorse del computer - click destro su disco rimovibile - formatta) possiamo vedere che la scheda di memoria SDHC è stata formattata in FAT32 e c'è l'etichetta SAMSUNG.


Senza contare che, all'interno della memoria, sono state create le cartelle corrispondenti per i video e per le foto.

PS: per le videocamere HD non basta una scheda di memoria SD, serve una scheda di memoria SDHC.

Smontare la fotocamera Nikon Coolpix P50 con l'obiettivo bloccato

Nikon Coolpix P50 con l'obiettivo bloccato. Si può riparare?
L'obiettivo telescopico delle fotocamere compatte si rivela un vero e proprio tallone d'achille. Spesso, infatti, resta incastrato e a rimetterlo a posto sono dolori. Il prezzo per la riparazione, parole del supporto tecnico, è assolutamente proibitivo: conviene comprare una fotocamera nuova piuttosto. L'unica soluzione che ci resta è premere dolcemente sull'obiettivo telescopico (magari indovinando una rotazione...) e sperare di rimetterlo al suo posto senza troppi danni collaterali.
Stavolta la manovra è andata male e questa fotocamera Nikon Coolpix P50 si può buttare: dentro si sentono dei pezzettini di plastica che sbattono, deve trattarsi degli ingranaggi miniaturizzati che regolano il movimento telescopico delle lenti.


Smontare la fotocamera compatta Nikon Coolpix P50
Visto che la fotocamera è condannata, la smonto per scoprire tutti i suoi componenti interni.


Ho svitato tutte le viti (in totale saranno una trentina), alcune stanno nascoste negli angoli invisibili della fotocamera. Poi si può aprire il coperchio di plastica posteriore e vedremo il piccolo monitor lcd, una placca metallica di protezione/isolamento e la scheda.

Continuando a togliere viti e scollegando cavi flat, ho potuto rimuovere la scheda e portare alla luce il vano che contiene l'obiettivo telescopico della Nikon Coolpix P50. Il condensatore è rimasto pieno di corrente e bisogna stare attenti alle scosse (le pile, ovviamente, sono state tolte all'inizio).
Bisogna stare attenti anche alla polvere, che ricoprirà inevitabilmente tutte le lenti interne...




Il vano corazzato che protegge il sensore CMOS (l'occhio elettronico della fotocamera):

Come potete notare, il fragile cavo flat (il circuito arancione) che collega il sensore CMOS alla scheda si è strappato, probabilmente durante lo smontaggio. Ho provato a rimetterlo insieme con dello scotch ma, ovviamente, il cavo flat e il sensore sono da cambiare. Si potrebbero aggiustare solo con un micro saldatore provvisto di microscopi, usato da ditte specializzate (foto a sinistra).


L'obiettivo della fotocamera aperto
Sull'indice stanno i due fermi di plastica che si sono strappati durante il tentativo di aggiustare l'obiettivo telescopico bloccato (o prima, chissà). Per scrupolo ho provato a incollarli (con la colla cianoacrilica) al loro posto, ma già nel momento del riassemblaggio si sono spaccati nuovamente. Difficile incollare dei pezzi sporgenti di plastica stampata...


I componenti della fotocamera
Niente da fare, come era prevedibile. Per concludere una foto di tutti i componenti della fotocamera Nikon Coolpix P50.
Ora sono pronti per la raccolta differenziata...
(nota dell'autore)

O potrebbero ancora servire?

foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd