Blog parallelo

martedì 19 ottobre 2010

[bricolage] Stampare e incorniciare un disegno digitale su carta fotografica


A breve si laurea una cara amica e, non sapendo che regalo farle (un dilemma eterno), ho provato a fare... un quadro.
Prima di tutto ho realizzato il disegno, un bianco e nero, grazie a una tavoletta Volito 2 della Wacom (palesemente piccola per un lavoro del genere ma fedele negli anni) e il programma Corel Painter IX. Eccolo qui, disponibile anche sul mio sito personale.


tavoletta grafica Wacom Volito 2, Corel Painter IX, matita coprente
stampa 20 per 30 cm 


Mi sono ispirato al logo dell'università di Trento, questo qui a sinistra. L'aquila che erompe dalle fiamme (non mi pare una fenice, giusto?) e il sole. Ho posto la ragazza in questione "a cavallo" della creatura, in una chiara ottica fantasy (ricordate le aquile del Signore degli Anelli o gli equivalente Roc del Ciclo di Shannara?). Interpretazione personale per sole e fiamme, ovviamente. Potete vedere qui tutti i passaggi del disegno in chiaroscuro.


Ora arriva una parte ugualmente complicata: trasformare un file digitale in una stampa reale, di alta qualità. Ho risolto andando da una fotografa molto cordiale, che ha posto il disegno su una stampa 20 per 30 con carta opaca. Ci sono alternative migliori, come andare in una tipografia, ma dal fotografo si risparmia. Una stampa per 1,90 euro. Mica male, no?
Il risultato è veramente molto buono. L'unico difetto è che quello che vedo sul mio monitor led (molto luminoso) è differente dalla stampa, professionale. Questa è decisamente più scura: molti grigi scuri visualizzati sul monitor, sono scomparsi nella stampa. Non è colpa della stampante, per carità, la colpa è mia, della mia impressione. Il monitor risalta troppo e sfalsa la luminosità. Chiunque si occupi di fotoritocco e di disegno digitale sa che deve operare con monitor poco luminosi o, in alternativa, deve disegnare disegni molto chiari, aspettandosi un risultato differente ma corretto.

Ecco una foto (pessima: fotografare decentemente una foto-stampa è un'impresa) della stampa 20 x 30 cm, a fianco al disegno digitale. Entrambi sono a dimensioni reali. Incredibile ma vero. Un disegno (della massima qualità) alto come il monitor, stampato diventerà grande quanto una carta da gioco. Piano piano si impara tutto.


Ora che ho la stampa occorre una cornice adatta. Se non fosse per il vetro avrei provato a costruirmela da sola.
Ne ho comprata prima una da 20 per 30 cm, ma purtroppo taglia mezzo centimentro da ogni lato. Effettivamente è una 19 per 29 cm. L'avevo scelta di un marrone rossiccio, per dare colore e calore al bianco e nero. Ho quindi rimediato una cornice più grande: 25 per 35 cm.

Come vedete nella prova, sulla cornice ancora incelofanata, l'abbinamento dei colori non va bene, soprattutto per la striscia color oro. L'ho cambiata con una bianca, dalle stecche più sottili e il risultato è stato molto positivo.
Non volevo usare la carta bianca inclusa, perchè temevo si riempisse di grinze, ondulazioni, per l'umidità e per la colla. Ho quindi ritagliato delle stecche con della carta da disegno abbastanza spessa, quasi cartoncino. Un lavoraccio far combaciare il tutto.

Qui potete vedere la "linea d'angolo" che si è venuta a creare. Collega la cornice vera e propria con il disegno.

Ecco qui a destra il risultato finale, ma che in realtà si è rivelato solo provvisorio...
(perdonate ancora per bassa qualità della foto ma.. fotografare un qualcosa di lucido che riflette il fotografo... mi mette in difficoltà!)

Leggendo diverse pagine di corniciai ho capito che avevo fatto un lavoro a metà. Una stampa su carta fotografica ha bisogno di respirare e di essere libera di espandersi, fenomeni comuni per della carta che ha a che fare con cambiamenti di temperatura e di umidità. Per la seconda problematica ho potuto fare ben poco. Se ricordate, sopra la stampa era "incamerata" entro le stanghette di carta artistica. Ora l'ho posta sopra. In ogni caso resta incollata al fondo di carta quindi non so quale sarà l'effetto...

Per la prima problematica, invece, ho costruito degli spessori che fanno sì che tra stampa e vetro restino almeno due millimetri di aria. Gli spessori sono costituiti da striscette di carta da disegno avanzata, incollate con della vinavil diluita con acqua. Come prova, li ho posti negli angoli e in prossimità dei fermi della cornice.
Ora li incollo sulla carta e poi riassemblo il tutto. Per fortuna non ho fatto danni... il rischio era molto elevato!


Devo aggiungere un altro appunto molto importante: il calvario di spolverare l'interno della cornice. Vi consiglio di munirvi di un panno morbido e di un pennello. Dovete avere molta perseveranza e la mano leggera, ovviamente. Sconsigliato spolverare all'interno della casa, c'è troppa polvere. Sono uscito sul balcone e la situazione è migliorata. In ogni caso non è una cosa scontata, vedrete...

NB:
Questo tipo di incorniciatura è amatoriale. Un corniciaio utilizzerebbe delle particolari tecniche che assicurano maggiore conservazione e/o resa estetica. Il lavoro è molto complesso. C'è una struttura interna particolare, il passepartout, grazie alla quale la stampa non resta in contatto né con il vetro né con il fondo, affinché possa respirare. Bisogna evitare materiali acidi (colle tradizionali, cartone grigio, scotch) e altri trucchi del mestiere di questo tipo.
Rivolgetevi a un professionista, agli artigiani di una volta, mi raccomando.


domenica 17 ottobre 2010

[reportage] Pulizie d'autunno alla malga di Mezavia, Bondone

La malga di Mezavia di Baselga del Bondone è messa all'ombra dalla più conosciuta (e adiacente) malga Brigolina. Questo non le impedisce, però, di attirare molti villeggianti che si spingono al suo interno e lasciano rifiuti di ogni tipo. Dimostrano tanta maleducazione, tanto disenteresse, stupidità... tipicamente umane.


Una foto satellitare dell'epoca, grazie a Google Maps
Qualche anno fa la malga era letteralmente invasa da roulotte, i cui proprietari pagavano l'affitto al gestore del ristorante. Una sorta di sub-affitto ai danni del comune.
La situazione si è risolta quando la malga è tornata in proprietà all'ASUC di Baselga. Tuttavia i precedenti inquilini (abusivi e non) e altra gente di passaggio hanno lasciato in giro qualche segno della loro spiacevole presenza. Si è deciso, quindi, di salire in questa splendida località e di dare una ripulita generale, malgrado il tempo molto instabile (più in su stava nevicando).
i villeggianti hanno deciso che in questo punto nascerà una discarica

I magnifici colori dell'autunno su alla malga.

Vasi di fiori, tubature, lamiere, nylon... A destra un po' di "sorprese" raccolte in giro...

Osservate il manto del muschio, delle foglie secche, della gommapiuma...

Il vecchio ristorante abbandonato e, a destra, neve sulla Paganella.

Sepolta da strati di nylon si trova il bacino idrico, rifornito dalla sorgente, che portava acqua nel ristorante.

ancora un po' di magnifici colori autunnali
Mucchi di rifiuti "selezionati": ferraglie e legna marcia.

Anche i Vigili del Fuoco Volontari di Baselga sono all'opera: si tenta di disfare i fornelli con il verricello della jeep, ma la struttura è armata. Il lavoro si fa a suon di mazzate. Le diamo a turno, un po' tutti. Il fornello attira gente che non sa accendere un fuoco, che ruba legna dalle proprietà vicine, che lascia rifiuti in giro.. quindi va distrutto.

giovedì 14 ottobre 2010

[bricolage] L'impregnante non impregna?


Quando sento la parola IMPREGNANTE mi immagino un liquido che penetra nelle fibre del legno per diversi millimetri, rinforzandoli, nutrendoli. Temo di sbagliare.
Questa estate mi sono dato molto da fare a scartavetrare legno e a impregnarlo e/o riverniciarlo. Avevo già postato le foto del restauro di una delle finestre, e, a distanza di una settimana, avevo scattato questa foto.

 

Notate come nell'area impregnata si sia levata una "crosticina" di impregnante colorato. E per fortuna il commesso mi ha assicurato che il prodotto, Farblasur della Pigrol e che costa pure caro, non faceva patine.
Bisogna dire che si tratta di impregnante colorato e non di impregnante puro, ovviamente. E la zona incrimata è soggetta a "frizionamento" durante l'apertura e la chiusura della finestra.
Molto probabilmente in quel punto non avevo pulito il legno alla perfezione ed era rimasta una pellicola, poco visibile, della vernice precedente. Questione risolta. In ogni caso, a vedere il legno grezzo sottostante, mi sono posto un lecito interrogativo...

Ma l'impregnante fino a quale profondità impregna?

Primo test.
Ho fatto un esperimento con una stecca di legno di una cassetta. Ho lasciato gocciolare dell'impregnate, della stessa marca ma più scuro, ben mescolato, sulla sua superficie e l'ho lasciato asciugare per diversi giorni.

Ho quindi sezionato il legno per vedere quale profondità ha raggiunto l'impregnate.




Potete vedere che l'impregnazione rientra nel millimetro di profondità e parliamo di legno molto morbido e poroso, molto diverso dal compatto larice delle nostre finestre o portoni.

C'è da dire, però, che quello che si vede è colore e l'impregnante non contiene solo quello. Ci sono anche resine, colle e diluenti particolari. Se per esempio fate gocciolare l'impregnante su della carta vi accorgerete che il liquido si scompone in due: un piccolo pallino di colore resta centrale e un liquido trasparente si espande intorno. Proprio quest'ultimo sarà diventato invisibile nelle foto? Chissà.

Secondo test.
Con l'impregnante ho voluto poi fare un'altra prova, di efficacia, ma solo estetica. Osservate entrambe le foto, l'impregnante colorato è lo stesso:




Perchè la prima è migliore? Perchè la precedente vernice l'ho solo scartavetrata, prima di dare l'impregnate. Nella seconda, invece, ho messo a nudo il legno grezzo. Purtroppo l'impregnante, dove la superficie del legno è stata macerata dai passaggi della livellatrice, diventa molto scuro


mercoledì 13 ottobre 2010

[parole] The Man in the Arena. L'Uomo nell'Arena.


THE MAN IN THE ARENA - L'UOMO NELL'ARENA
(di T. Roosevelt)


(...) Non è il critico che conta, né l'individuo che indica come l'uomo forte inciampi, o come avrebbe potuto compiere meglio un'azione.
L'onore spetta all'uomo che realmente sta nell'arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue; che lotta con coraggio; che sbaglia ripetutamente, perchè non c'è tentativo senza errori e manchevolezze; che lotta effettivamente per raggiungere l'obiettivo; che conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione, che si spende per una giusta causa; che nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che, nella peggiore delle ipotesi, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza. Dunque il suo posto non sarà mai accanto a quelle anime timide che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta.
(traduzione dall'inglese di G. Carro © 2007)

Versione originale:


(…) It is not the critic who counts; not the man who points out how the strong man stumbles, or where the doer of deeds could have done them better.
The credit belongs to the man who is actually in the arena, whose face in marred by dust and sweat and blood; who strives valiantly; who errs, who comes short again and again, because there is no effort without error and shortcoming; but who does actually strive to do the deeds; who knows great enthusiasms, the great devotions; who spends himself in a worthy cause; who at the best knows in the end the triumph of high achievement, and who at the worst, if he fails, at least fails while daring greatly, so that his place shall never be with those cold and timid souls who neither know victory nor defeat.



Queste righe sono le vere parole proferite da Nelson Mandela al capitano Francois Pienaar. Nel film Invictus, L'Invincibile, la continua recitazione dell'omonima poesia è stata una sorta di licenza cinematografica. Morgan Freeman l'ha preferita a The Man in the Arena e ha convinto il regista, Clint Eastwood.

I riferimenti a "polvere, sudore e coraggio" (dust and sweat and blood) sono volti ai combattimenti dei gladiatori romani e alla corride spagnole.


Theodore Roosevelt non è da confondere con Franklin Delano Roosevelt, entrambi presidenti degli Stati Uniti e cugini, anche se non conosco il grado. Il secondo si ispirò al discorso del parente e formulò una frase altrettanto celebre:
"Osa cose straordinarie, trionfa in gloria, anche se screziato dall'insuccesso, piuttosto che schierarti tra i poveri di spirito che non provano grandi gioie né grandi dolori, perché vivono nell'indistinto crepuscolo che non conosce vittorie e sconfitte."

Invictus            L'Uomo nell'Arena                  9000 Days